Roma negli anni attraverso i dati di Legambiente

maggio 24, 2013
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Il dossier dedicato all’analisi dell’ecoperfomance ambientali di Roma dal 2003 al 2011

 

Smog, traffico e consumo di suolo stanno soffocando la città

Nessun progresso in questi anni: trasporto pubblico e isole pedonali al palo,

poco diffuse le energie rinnovabili

 

“Il sindaco che verrà dovrà dare immediatamente un segnale ai cittadini. Far rinascere e migliorare la Capitale in una chiave eco-sostenibile è oggi la migliore risposta all’altra grande emergenza cittadina, la mancanza di lavoro”

 

I candidati sindaci intervistati in bici per le strade di Roma da Legambiente, Libera, #Salvaiciclisti e DaZero con la collaborazione di BicycleTv e TwitBattito:

“Ciclointerviste coi candidati per discutere sul campo delle emergenze romane”

(i video su www.legambiente.it e su http://bicycletv.it/)

 

 

Ridisegnare Roma partendo dalla mobilità urbana, dalle energie rinnovabili, dai servizi di qualità. Sarà questa la sfida principale che dovrà affrontare il vincitore delle amministrative 2013 di qualsiasi partito. Una sfida impegnativa perché il Sindaco che verrà dovrà colmare i ritardi di questi anni, risolvendo prima di tutto le emergenze che continuano a strangolare la città come smog, traffico, rifiuti urbani e consumo di suolo. È questo il messaggio che Legambiente lancia in vista delle elezioni amministrative del 26 e 27 maggio, e lo fa presentando i dati del suo dossier “Roma negli anni attraverso i dati di Legambiente”. Un’indagine che fornisce un’attenta analisi delle performance ambientali di Roma negli ultimi nove anni (2003-2011), estratti dagli ultimi Rapporti di Ecosistema Urbano. E la fotografia che emerge è quella di una città che fatica a migliorare: il consumo di suolo procede a ritmo spedito, la raccolta differenziata dei rifiuti, seppur in crescita, arranca su numeri molto al di sotto dei limiti di legge, il trasporto pubblico è sempre meno competitivo rispetto all’auto privata e le aree pedonali sono le stesse del 2003. Nella Capitale c’è poi tanta “fame di energia”: le fonti rinnovabili sono infatti ancora poco diffuse. Sono questi in sintesi i punti critici della Capitale, segnalati dall’associazione ambientalista, da trasformare, invece, in punti di forza per una metropoli che solo se sa guardare al futuro e alla green-economy potrà uscire dalla crisi ambientale ed economica che la sta strangolando. E questi temi sono stati affrontati anche nelle bici-interviste ai candidati sindaco organizzate da Libera, Legambiente, DaZero e #salvaiciclisti e realizzate dalle due testate social TwitBattito e BicycleTv. Conversazioni in bicicletta, in mezzo al traffico romano, per affrontare sul campo le questioni capitali: legalità, rifiuti, qualità ambientale, urbanistica. (su www.legambiente.it e su http://bicycletv.it/ i video con le interviste a De Vito, Marino, Marchini  e Medici).

 

“Quello che manca alla Capitale – dichiara il Presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza – è la volontà di pianificare interventi coraggiosi, in grado di invertire la tendenza e di dar vita ad una città sostenibile. Per portare un cambiamento radicale all’interno del Comune di Roma, in termini di sostenibilità e mobilità urbana, servono scelte di indirizzo politico lungimiranti, tese alla tutela del bene collettivo. C’è un’intera grande città da rinnovare, a partire dall’edilizia ormai fin troppo invecchiata, dalla rivitalizzazione dei quartieri, dalla messa in sicurezza delle scuole, dal caos quotidiano nel traffico, dalle condizioni di vita dei pendolari. Ci auguriamo pertanto che il Sindaco che verrà, decida di lavorare e impegnarsi con la sua amministrazione in questa direzione per fare della Capitale d’Italia una città moderna, modello irripetibile di storia, cultura, bellezza e nuovo lavoro, cercando di colmare quell’assenza di capacità di far eccellere Roma, a cui in questi anni abbiamo tristemente assistito.La Capitale ha un bisogno disperato di rinnovarsi e il suo rinascimento urbano è possibile anche attraverso il coinvolgimento e la consapevolezza delle singole persone”.

 

E i dati degli ultimi nove anni parlano chiaro: per quanto riguarda le polveri sottili (Pm10) a Roma la situazione resta difficile nonostante i piccoli miglioramenti. Se nel 2003 i valori medi annui erano 47 microgrammi al metrocubo e nel 2004 48,3 microgrammi/mc; nel 2011 la media si attesta a 36,5 microgrammi al metro cubo. Un miglioramento del dato medio annuo dovuto anche al fatto che sono state modificate più volte le ubicazioni delle centraline di monitoraggio. Dato negativo riguarda, invece, il fatto che al 2012 (dati ARPA Lazio) restano con limiti fuori legge 4 centraline su dieci. Roma sul fronte Pm10 dovrebbe essere molto più reattiva come ad esempio Genova, che nel 2003 partiva da 67,3 mg/mc di media, oggi si attesta a 26,5 mg/mc, confermandosi (per il quinto anno consecutivo, dal 2007) al di sotto dei limiti per la protezione della salute umana fissato dalle direttive comunitarie in una media di 40 mg/mc.

 

 

In questi anni, Roma è peggiorata proprio sul fronte della vivibilità -dichiara Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio -. Nel bel mezzo della crisi economica, al centro dei mali c’è una quotidianità fatta del caos delle automobili, del cemento che avanza nella campagna e del verde dimenticato, dei rifiuti che crescono e non si differenziano, delle periferie abbandonate. Per avvicinarsi alle altre Capitali europee sostenibili, la città deve scegliere un’idea di futuro e dare risposte concrete ai problemi di ogni giorno dei cittadini. Le ricette ci sono: sul trasporto, limitazione del traffico privato e potenziamento di quello pubblico per battere smog e CO2 con nuove ZTL e pedonalizzazioni, a partire dai Fori Imperiali; sui rifiuti, differenziata porta a porta, riduzione e riuso, piuttosto che nuove discariche; un piano regolatore a consumo di suolo zero con riqualificazione e manutenzione piuttosto che nuovo inutile cemento; una gestione pubblica e partecipata dell’acqua colpendo le perdite di rete e riducendo il deficit depurazione. La sfida per chi si candida a governare la città è chiara, Roma ce la potrà fare se punterà su ambiente, innovazione, cultura, turismo per migliorare la qualità della vita e creare nuova occupazione.”

 

Rifiuti urbani: sono e restano un settore critico perla Capitale, che dai653 kg prodotti per abitante all’anno del 2003, arriva a 709,2 del 2005, per poi cominciare a scendere in occasione della crisi economica a 646,3 del 2008 e ai 645,7 del 2011. Per quanto riguarda la media nazionale della percentuale di raccolta differenziata dei rifiuti nel 2003 era al 18,3%, e nel 2011 si attesta su una media (ponderata) di 37,9%. Ma l’obbiettivo normativo del 35% di Rd, fissato per il triennio 2003-2006, è ancora oggi “mancato” da 42 capoluoghi di provincia. Invece l’obbiettivo di legge fissato per il 2011 al 60% di raccolta differenziata dei rifiuti è stato raggiunto solo da 12 città capoluogo. Roma è ancora lontana da entrambi gli obbiettivi di legge attestandosi nel 2011 al 24,2% di rifiuti raccolti in maniera differenziata. Nel 2003 però era ferma al 10,5% e dal 2008 (quando era al 19,5% di Rd) è cresciuta meno del 5%. Un miglioramento, si, ma a passi da lumaca. Soprattutto se confrontato con città come Salerno che nello stesso periodo passa dal già buono 45,7% di Rd al dato 2011 del 68,5% di rifiuti raccolti in maniera differenziata: il 70% è ormai ad un soffio, grazie proprio alla raccolta porta a porta per i 140mila abitanti del capoluogo campano e le multe per chi non rispettava le regole.

C’è poi tutta l’emergenza della discarica di Malagrotta, un invaso di240 ettari che smaltisce da trent’anni i rifiuti della Capitale (circa 4mila tonnellate al giorno), e dopo numerose proroghe, è ormai in via di esaurimento. Il tutto è aggravato dal fatto che Roma eredita una “non politica” dei rifiuti che ha contraddistinto le amministrazioni comunali degli ultimi 20 anni. Sino ad ora è quindi mancata l’unica decisione che avrebbe potuto essere davvero risolutiva: investire i soldi che i cittadini romani spendono inutilmente per sotterrare i rifiuti a Malagrotta, dirottandoli gradualmente sulla trasformazione del sistema di raccolta differenziata dalla modalità stradale a quella “porta a porta” su tutta la città e sulla costruzione degli impianti di trattamento intermedio indispensabili a chiudere il ciclo.

 

Consumo di suolo: negli ultimi quindici anni (1993-2008) a Roma i suoli destinati a usi urbani sono aumentati del 12%, per un totale di4.800 ettari trasformati. I suoli più urbanizzati sono stati quelli agricoli (4.384 ettari persi), a seguire boschi e vegetazione riparia (416 ettari). Nonostante questi dati, analizzando i Piani Regolatori vigenti le previsioni risultano ancora più negative. In pratica è previsto un ulteriore consumo di oltre6.700 ettari nel Comune di Roma, prevalentemente agricoli. Si tratta in valori assoluti di cifre raddoppiate rispetto a quanto si è consumato tra il 1993 ed il 2008, con un consumo di suolo totale pari al 45% dell’intero territorio di Roma. Una vera e propria emergenza.

 

Trasporto Pubblico: è uno dei talloni d’Achille di Roma. Negli ultimi anni sono calati i passeggeri trasportati dal sistema di Tpl romano: se nel 2009 erano 541 viaggi per abitante all’anno, nel 2011 sono a passati a 519. Negativi anche i dati sui metri quadrati di suolo destinati ai pedoni romani, fermo dal 2003 ad un ridicolo 0,14 mq per abitante. Cresce invece il numero di immatricolazioni delle auto, segno evidente che sono il mezzo più amato dai romani per spostarsi in città. A Roma le auto circolanti sono molte di più che a Parigi, Londra o Berlino. Sono praticamente lo stesso numero del 2006: erano 71 auto ogni 100 abitanti nel 2006, sono 70 nel 2011.

 

Il consumo di energia elettrica: negli ultimi anni nella Capitale c’è stato un andamento a fisarmonica. Nel 2008 i kWh per abitante all’anno consumati dai romani sono stati 1.381, nel 2009 salgano a 1.403, nel 2010 arrivano ad attestarsi a 1.375. I consumi quindi restano abbastanza stabili e il lieve calo non sembra essere molto significativo per quel che riguarda le abitudini e le tendenze in prospettiva. Non brillanti i dati sull’utilizzo delle energie rinnovabili a Roma, dove oggi sono presenti tre tipologie di impianti da fonti rinnovabili: impianti solari termici per 3.537 mq di cui 1.485 su edifici comunali, 5.416 impianti fotovoltaici per complessivi 103,2 MW, di cui 56,6 su tetti e/o coperture; 8 Impianti micro eolici (di tipo sperimentale) per complessivi 22 kW; Impianti a biogas per una potenza di 19,7 MW da discarica; Impianti a biomassa per una potenza complessiva di 400 kW. L’unico intervento rilevante messo in piedi nella Capitale da Enti pubblici negli ultimi anni è stato un progetto di solarizzazione e di efficienza delle scuole, realizzato dalla Provincia di Roma premiata da Legambiente nel 2012.

 

 

Sul sito di Legambiente il dossier Roma negli anni attraverso i dati di Legambiente

 

 

 

 

 

      ROMA

2003

2004

2005

2006

2007

2008

2009

2010

2011

PM10 (mg/mc)

47,0

48,3

48,2

47,1

45,3

39,0

38,4

33,6

36,5

Dep reflui (%)*

89%

92%

94%

96%

97%

97%

97%

95%

95%

Rifiuti (Kg/ab/a.)

499

467

445

467

517

537

541

541

519

Rd rifiuti (%)

10,5%

13,4%

15,4%

16,2%

17,1%

19,5%

19,5%

21,6%

24,2%

Tpl (pass/ab/a.)

499

467

445

467

517

537

541

541

519

Pedonali (mq/ab)

0,14

0,14

0,14

0,14

0,14

0,14

0,14

0,14

0,14

Auto (Auto/100ab) *

77

72

73

71

69

70

69

69

70

Energia (kWh/ab/a.)*

1.500

1.497

1.540

1.458

1.379

1.381

1.403

1.375

1.459

     

Fonte: Ecosistema Urbano, Legambiente

*Fonte Istat – Indicatori Ambientali Urbani 2011

 

L’Ufficio Stampa di Legambiente:

0686268353

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