Ama, il lodo con Cerroni da 900 milioni di euro fa paura: “Roma rischia il fallimento”

febbraio 5, 2015
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L’allarme è stato lanciato dal presidente Fortini: “Se dovesse concludersi anche con uno ‘sconto’ si tratterebbe sempre di centinaia di milioni che Ama non ha”

Il Comune di Roma a rischio default. Non uno scenario impossibile per il presidente di Ama Daniele Fortini che in un’intervista all’agenzia Dire ha ricordato gli effetti catastrofici per l’azienda capitolina e per l’amministrazione che la controlla nel caso in cui Ama dovesse perdere il secondo arbitrato con il Colari, il consorzio riconducibile a Manlio Cerroni, gestore della discarica di Malagrotta che per oltre trent’anni ha ingurgitato i rifiuti della Capitale. La cifra in ballo è da capogiro: 900 milioni di euro di danni. Una somma che, secondo il Colari, gli deve essere riconosciuti da Ama per la mancata sottoscrizione del contratto di utilizzo dei due tmb di Malagrotta e per il mancato uso del gassificatore.

“I passaggi relativi alla costruzione e procedura degli atti (dell’arbitrato, ndr) mi sono parsi, benché non abbia vissuto a Roma negli ultimi 30 anni, talmente evidenti nella loro discutibilità, per cui la sensazione è stata ‘Come è possibile consolidare, rivendicare e richiedere questi danni ad Ama quando è così evidente che questo non debba essere?’. La preoccupazione è determinata dal fatto che Ama è un anello debole, è l’azienda dei ‘mondezzari’ che tutti i giorni viene presa a schiaffi a destra e sinistra per le proprie incapacità, che ci sono e quindi sono giuste le reprimende” ha commentato Fortini. “Ma qui si parla di una vicenda immensa, 900 milioni di euro di danni, e se quel lodo arbitrale dovesse concludersi anche con uno ‘sconto’ si tratterebbe sempre di centinaia di milioni che Ama non ha e nemmeno il comune e determinerebbe un default che coinvolgerebbe tutta la città”. Fortini ha raccontato inoltre di una sensazione di “solitudine” rispetto a questa vicenda avvertita sia da lui che dal sindaco: “Di fronte a questo mi sarei aspettato una partecipazione di gruppi politici e consiliari, di associazioni ma nessuno ci ha chiesto gli atti. L’impressione è che ci sia una sottovalutazione”.

La vicenda però potrebbe concludersi bene. “Sul secondo arbitrato auspico che il lodo si concluda con la presa d’atto dell’incompetenza del collegio a esprimersi o con un lodo che dica che Ama nulla deve al gruppo Colari e che le sue pretese non hanno ragione di esistere” ha continuato il presidente di Ama. “Per come abbiamo letto gli atti, conosciamo le cose, per come ci siamo rapportati con i nostri legali, non c’è nessuna ragione per cui Ama debba essere condannata. Non esiste che il lodo possa concludersi in un modo differente da questo: Ama non deve nulla al gruppo Cerroni. Una diversa soluzione ci convincerà ancora di piu a combattere perché in Corte d’appello, Cassazione e altre sedi possa non realizzarsi un ingiusto danno alla pubblica amministrazione”.

Quello da 900 milioni di euro non è l’unico arbitrato in corso. Nel primo Ama è stata condannata a risarcire Colari di circa 90 milioni per la gestione post mortem della Malagrotta. Non se ne parla molto ma per Fortini il lodi arbitrali non sono da sottovalutare: “Sono la più forte minaccia incombente sulla vita dell’azienda. Il presidio è elevatissimo, anche se qualche volta sia io che il sindaco abbiamo l’impressione di essere in solitudine. E’ confortante il fatto che la Procura abbia aperto un’inchiesta e stia valutando il comportamento di tutti. Sul primo arbitrato abbiamo depositato ricorso in Cassazione”.

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