Mafia Ostia, oltre 200 anni di condanna

gennaio 31, 2015
By

Federica Angeli (da roma.repubblica.it)

La sentenza in primo grado per il capo clan e gli altri imputati dell’inchiesta “Nuova Alba”. Per la prima volta è stata riconosciuta l’accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso a Roma

Sono stati condannati per 416 bis: per la prima volta è stata riconosciuta l’accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso a Roma. Oltre 200 anni di condanna per la mafia di Ostia e del litorale capitolino. I giudici della X sezione penale del tribunale della Capitale hanno condannato 14 persone, tra cui il boss Carmine Fasciani a 28 anni. Colpevoli anche il fratello Terenzio che ha preso 17 anni e le figlie Sabrina che ha avuto 25 anni e dieci mesi; ad Azzurra 11 anni. Mentre i componenti della famiglia Triassi sono stati assolti. La sentenza di oggi è la prima tranche dell’inchiesta ‘Nuova Alba’ a Ostia che portò all’arresto nel luglio del 2013 a Ostia di 51 imputati  – si tratta delle famiglie Fasciani e Triassi e dei loro affiliati – e che arriva nel cuore del terremoto che ha scosso Roma con l’inchiesta su Mafia Capitale.

Era dai tempi della Banda della Magliana che non c’era più stata una sentenza per associazione a delinquere di stampo mafioso che riguardasse clan romani. La magistratura capitolina oggi ha dunque stabilito che anche nella capitale la mafia esiste. E che le estorsioni, le minacce, le intimidazioni e il silenzio a cui queste famiglie avevano costretto un intero quartiere, ricalcano, nello stile e nei modi, il modello delle mafie classiche, quelle del sud.

Il pubblico ministero Ilaria Calò, che insieme al procuratore della Dda Michele Prestipino (presente nell’aula Occorsio alla lettura del verdetto) ha istruito il processo, sulla base delle risultanze investigative della squadra mobile di Renato Cortese, ha accolto la decisione dei magistrati.

Nel dettaglio il tribunale, presieduto da Rosanna Ianniello, ha condannato Carmine Fasciani, ritenuto il capo del clan, a 28 anni di reclusione, la moglie Silvia Bartoli a 16 anni e 9 mesi, il fratello Terenzio a 17 anni, le figlie Sabrina (25 anni e 10 mesi) e Azzurra (11 anni) e il nipote Alessandro a 26 anni. Condannati anche Riccardo Sibio (25 anni e 3 mesi), Gilberto Colabella (13 anni), Luciano Bitti (13 anni e 3 mesi), Ennio Ciolli (3 anni), Emanuele Cocci (2 anni), Mirko Mazzoni (12 anni), Danilo Anselmi (7 anni) e Eugenio Ferramo (10 anni). Assolti, con varie formule, Nazareno Fasciani, uno dei figli di Carmine, Vito e Vincenzo Triassi (per i quali la procura aveva chiesto 18 anni di carcere), Gilberto Inno e Fabio Guarino.

La maxi-operazione ‘Nuova Alba’ della squadra mobile della capitale, nel luglio del 2013, aveva portato all’arresto di 51 tra capi e affiliati di una vasta organizzazione criminale di stampo mafioso, legati ai clan dei Triassi, dei D’Agati e degli stessi Fasciani. Imprese, concessionarie, pescherie, soprattutto forni, ma anche un centro estetico e uno stabilimento balneare, erano le società e attività riconducibili alla famiglia Fasciani, sedici in tutto tra Roma e provincia, sottoposte a sequestro preventivo disposto dal gip su richiesta della procura distrettuale antimafia.

Secondo le accuse il clan Fasciani aveva agganci anche nella pubblica amministrazione del litorale e del municipio di Ostia Lido, quando governava la giunta di Vizzani (Pdl). Nelle intercettazioni anche l’interesse delle organizzazioni criminali per l’assegnazione di case popolari. Il processo al sistema criminale di Ostia, implicato in traffico di droga, estorsioni, riciclaggio e armi. Ma anche nella gestione di stabilimenti, bar, forni. L’inchiesta della Dda ha fatto luce anche sulle connessioni dei clan. “Non c’è più spazio per l’indifferenza – hanno spiegato alcuni operatori sociali presenti – di fronte ad un processo che ha messo alla sbarra i boss che in questi anni hanno condizionato la vita economica e democratica del sud pontino, del litorale laziale, arrivando sin dentro il cuore della città di Roma”.

E ancora. Per buona parte degli imputati condannati il collegio, tra le pene accessorie, ha previsto l’interdizione perpetua dai pubblici uffici, quella legale per la durata della pena e l’incapacità per tre anni di contrattare con la pubblica amministrazione. I reati contestati a vario titolo andavano dall’estorsione al riciclaggio, alla detenzione di armi. Sei società e negozi, finiti nelle mani dell’organizzazione mafiosa, sono state confiscate, dalla rivendita di pesce ‘Doctor Fish’ allo stabilimento balneare ‘Malibu Beach’ e alcuni ristoranti. Esclusa ogni provvisionale, il tribunale ha disposto, infine, un risarcimento dei danni da liquidare in separata sede a numerose parti civili: Regione Lazio, Roma Capitale e le associazioni ‘Lotta contro le illegalita’ e le mafie Antonino Caponnetto’, ‘Libera’, ‘Sos Impresa’, ‘Ambulatorio antiusura antiracket’ e ‘Volare Onlus’.

Il tribunale di Roma ha emesso ”una sentenza importante che accoglie l’impianto accusatorio della procura. Le gravi pene dimostrano dal punto giudiziario sempre di più che la mafia c’è, dunque esiste anche a Roma. Non c’è più spazio per l’indifferenza, per troppo tempo si è fatto finta di non vedere ciò che era sotto gli occhi di tutti e senza accorgersi che giorno dopo giorno le mani delle mafie avevano conquistato settori dell’economia romana – ha dichiarato Gabriella Stramaccioni, dell’ufficio di presidenza di Libera, parte civile nel processo – in rappresentanza di quella società civile responsabile che ha subito e subisce pesanti angherie da parte del sistema mafioso. Oggi – ha aggiunto Stramaccioni – è stato dato un altro duro colpo al clan che per anni ha condizionato e condiziona la vita economica e democratica del litorale romano, arrivando sin dentro il cuore della città”.

link all’articolo

Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

CHI SIAMO

EVENTO

"ATAC punto e a capo!"

Giovedì,
30 gennaio 2014

ore 15,00

Aula Magna della
Facoltà Valdese
di Teologia
Via Pietro Cossa 40
(Piazza Cavour)
Roma

Cartella Stampa »

Comunicato Stampa »

viva la costituzione

Archivi