Bilancio, arriva il decreto Salva Roma, ma è a rischio anche il 2014

ottobre 31, 2013
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Ottocento milioni oggi novecento e passa nel 2014. L’allarme rosso del Campidoglio balla su una doppia partita, che Ignazio Marino vorrebbe chiudere entro Natale. Ma non sarà per nulla facile, anche se oggi il consiglio dei ministri darà una svolta importante per il 2013, fanno sapere da Palazzo Chigi, approvando quel decreto salva Roma che permetterà all’amministrazione comunale di spostare gran parte del deficit di quest’anno sulla gestione commissariale del debito pregresso. Un’operazione da 600 milioni che avvierà di atto lo sprint finale per l’approvazione della manovra entro il 30 novembre, termine dell’ultima proroga concessa dal ministero dell’Interno agli enti locali.
Corsa contro il tempo. Domani, a decreto pubblicato, l’assessore al bilancio Daniela Morgante incontrerà i capogruppo di maggioranza, mentre tra domani e giovedì ci potrebbe essere il via libera della giunta, che chiuderà i conti con i fondi per il trasporto pubblico in arrivo dalla Regione (circa 140 milioni) e altri 70-80 milioni ricavati da tagli ai dipartimenti e piccoli interventi fiscali, dalla tassa di soggiorno al canone di occupazione del suolo pubblico. Dal Governo arriveranno anche 30 milioni come contributo per la raccolta differenziata per i prossimi tre anni. Subito dopo la delibera sarà trasferita alla commissione bilancio e, contemporaneamente, sarà inviata ai 15 Municipi per il parere consultivo, per il quale hanno 20 giorni a disposizione. Il presidente della commissione Alfredo Ferrari (Pd) attenderà l’arrivo dei pareri per chiudere la discussione e mandare il bilancio al consiglio comunale dove, verosimilmente, potrebbe sbarcare lunedì 25 novembre. A quel punto molto dipenderà anche dall’atteggiamento dell’opposizione: se sceglierà una tattica ostruzionistica, presentando decine di migliaia di emendamenti e ordini del giorno, metterà in grossa difficoltà la maggioranza. «Stiamo già predisponendo migliaia di ordini del giorno», avverte Dario Rossin (Fratelli d’Italia). E Giovanni Quarzo (Pdl) preannuncia una «lunga sessione che si svolgerà in aula dopo il 30 novembre». Il centrosinistra, per portare a casa il risultato ed evitare il commissariamento, dovrà mostrare quella compattezza sbandierata dopo il vertice della scorsa settimana.
Il rebus. Superato lo scoglio del 2013, però, il Campidoglio dovrà superare un ostacolo ancora più alto: la manovra del 2014, che il sindaco ha annunciato di voler licenziare a dicembre. La salita è piuttosto impervia, visto che Palazzo Senatorio dovrà confrontarsi con un’ulteriore riduzione dei trasferimenti statali di oltre 900 milioni. Roba da far tremare le vene, visto che l’itera spesa corrente annua del Comune – compresi i costi non comprimibili, come gli stipendi – si aggira sui cinque miliardi. Come fare? Una possibilità potrebbe arrivare dallo stesso Governo, intenzionato a concedere al Campidoglio la possibilità di innalzare ulteriormente l’addizionale Irpef dallo 0,9 all’1,2 per cento, a partire dal 1° gennaio 2014, considerando che lo 0,4 viene versato direttamente alla gestione commissariale del debito. Ma la parte del leone la faranno le aziende municipalizzate. Grazie alle nuove norme nazionali saranno rivisti i contratti di servizio: ad Atac, per esempio, potrebbero essere decurtati 50 milioni annui, e l’azienda si sta già organizzando per rivedere il piano del trasporto. Ma rispunta anche l’ipotesi della holding, che garantirebbe un risparmio fiscale annuo di 35-40 milioni per le casse capitoline. «In un momento come questo va ripensata tutta la macchina dei servizi comunali – commenta Fabrizio Panecaldo, coordinatore della maggioranza – per andare incontro ai reali bisogni dei cittadini, in un momento economico così difficile, e evitare le spese superflue o non più utili».

di Fabio Rossi

http://www.ilmessaggero.it/ROMA/CRONACA/bilancio_comune_roma_decreto_salva_roma/notizie/346773.shtml

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