di Alfonso Pascale
Il 5 ottobre si voterà per la prima volta il Consiglio Metropolitano di Roma. Nasce così la Città Metropolitana della Capitale dopo 25 anni di attesa.
La procedura adottata dal Sindaco Ignazio Marino è illegittima perché non ha permesso al Consiglio Comunale di decidere democraticamente tra più opzioni consentite dalla Legge Delrio:1) dotare o meno la Città Metropolitana di Roma di uno Statuto che preveda il suffragio universale, cioè la possibilità a tutti i cittadini di votare il Sindaco e il Consiglio e di non farli scegliere solo da chi già è eletto; 2) estendere o meno ai presidenti e ai consiglieri dei Municipi la partecipazione diretta al processo costituente della Città Metropolitana; 3) delimitare la Città Metropolitana in modo coerente con le sue funzioni che sono fortemente connesse con quelle di Roma Capitale, costituzionalmente specifiche e speciali, oppure seguire la scelta fatta per le altre Città metropolitane di farle coincidere con le Province omonime.
A Roma c’è un silenzio tombale su questo argomento. Solo il Partito radicale ha protestato.
Eppure i cittadini hanno il diritto di sapere che le decisioni che si stanno prendendo non sono affatto obbligate, ma si possono prendere scegliendo in modo ragionato e, dopo un dibattito pubblico approfondito, tra più opzioni diverse.
Incalliti interessi politico-economici hanno messo tutto a tacere per assoggettare alle proprie logiche di potere una nuova istituzione, che potrebbe avere grandi potenzialità per lo sviluppo di Roma e del suo sistema metropolitano.
