Risorse per Roma: 300 assunzioni sospette e costi triplicati

settembre 7, 2014
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di DANIELE AUTIERI da repubblica.it

Dagli ispettori del Mef 130 pagine sulla gestione 2008-2013. E la Corte dei Conti è pronta ad aprire un’indagine

Una relazione di 130 pagine smaschera il sistema di clientele, abusi, irregolarità finanziarie e amministrative che negli ultimi 5 anni ha ribollito nel pentolone di Risorse per Roma, una delle più importanti società controllate dal Campidoglio.
Il documento inedito è stato elaborato dagli ispettori del ministero dell’Economia e spedito il 31 luglio scorso dal Ragioniere generale dello Stato al ministro Graziano Del Rio, al sindaco Marino, e alla Corte dei Conti, già pronta ad aprire un’inchiesta per eventuali responsabilità di danno erariale.

Al suo interno sono elencate tutte le irregolarità emerse nel corso di una lunga verifica amministrativo-contabile. Il documento parla di “elevati e ingiustificati livelli di affidamenti esterni”, “mancata adozione di procedure di selezione pubbliche nell’assunzione di personale”, “sistematica trasformazione di contratti da tempo determinato a indeterminato”, “spese eccessive per consulenze e incarichi esterni”. Una collezione di regalie, appalti sospetti, assunzioni di massa e promozioni ingiustificate che Massimo Bartoli, il tecnico finora indicato dal Campidoglio per sostituire l’ad uscente, Domenico Kappler, è chiamato ad azzerare. Guardando nell’azienda impegnata a vendere lo sconfinato patrimonio immobiliare del Comune, si scopre che sono almeno 300 le assunzioni fatte nel quinquennio alemanniano e definite dagli ispettori “sospette perché non rispondono alle norme nazionali sulla trasparenza nelle aziende pubbliche”. Dal 2008 al 2013 i dipendenti di Risorse per Roma sono passati da 227 a 675 (complice l’assorbimento della forza lavoro di Gemma), con un costo per il personale lievitato da 8,2 a 22,3 milioni di euro. Denari finiti in parte al top management, capace di ottenere rimborsi/benzina per le spese di viaggio ben superiori a quelli previsti, ma anche liquidazioni esorbitanti come quella da 460.941,93 euro concessa nel 2010 all’ex ad Maurizio Bonifati.

Un capitolo altrettanto doloroso è quello delle consulenze che nel solo 2011 sono costate all’azienda 6,9 milioni di euro, e sono state in gran parte affidate nella “totale assenza di preventive procedure comparative in merito alla selezione della società, del professionista o del collaboratore incaricato”. È accaduto per i grandi sponsor che hanno sostenuto le kermesse volute dall’ex-sindaco Alemanno: Paolo Glisenti che per il progetto Millennium ha ottenuto un appalto da 186mila euro e la Jumbo Grandi Eventi, premiata con 38.500 euro per la redazione della documentazione richiesta dal Comitato olimpico internazionale. Una pericolosa consuetudine che porta gli ispettori a concludere l’indagine con un ultimatum mascherato: “È opportuno che Roma Capitale svolga un’appropriata valutazione in merito alla convenienza economica di far svolgere alcune sue attività istituzionali a Risorse per Roma. L’alternativa potrebbe essere internalizzarle oppure ricorrere al mercato”.

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