Municipalizzate: ciclone Morgante «Atac, Ama & C agiscano da private»

marzo 16, 2014
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HOLDING CAMPIDOGLIO, «FORTI DISFUNZIONI INDUSTRIALI»

L’assessore al Bilancio: ci sono disfunzioni da correggere. La società di trasporti «brucia il 40% dei ricavi per l’evasione del biglietto». «Ama ha margini di produttività enormi, i rifiuti sono una ricchezza in tutto il mondo»

Atac, Ama, il comparto cultura: è il ciclone Morgante sulle municipalizzate. E poi la Tasi, il debito, il Bilancio 2014 e il piano di rientro. Tagli alla spesa, tasse, produttività. Parla di tutto, o quasi. Senza sconti e «senza polemica». Ma in questi mesi complessi per la città il suo è un parere inevitabilmente decisivo: e Daniela Morgante, l’assessore al Bilancio non certo amato da una parte della maggioranza capitolina – tanto che da tempo viene inserita nella lista dei nomi da rimpasto – lo sa bene. Anche se fa notare che sul Bilancio 2014 sarebbe «bene rispettare la scadenza attuale, il 30 aprile, perché prima si governa l’attuale situazione e meglio è, ora è governata dal punto di vista contabile ma è necessaria la politica».

 

 

Morgante, cominciamo dalle tasse: ora che il governo ha concesso al Comune la possibilità di aumentare l’aliquota Tasi…
«No, allora: l’Imu 2013 valeva un miliardo e 879 milioni. Adesso manca l’importo del fondo di solidarietà, bisogna vedere quanto versiamo, ma se si riduce la spesa nel piano di rientro si potrebbe non usufruire della possibilità concessa dal Governo, e anche far scendere l’aliquota, i presupposti ci sono».

Scusi tanto: ma allora dove prendete i soldi ?

Morgante col sindaco Marino (Lapresse)
Morgante col sindaco Marino (Lapresse)

«Cominciamo a parlare delle partecipate? Molte agiscono su un mercato ricchissimo, e hanno ancora ampi margini: il problema è che presentano forti disfunzioni industriali sulle quali vanno apportati correttivi decisi».

Un esempio?
«Atac ha il 40 per cento di evasione, significa che brucia quasi la metà dei ricavi».

Atac lamenta il minore contributo della Regione, oltre che 570 milioni di credito verso il Comune.
«In base all’ultimo bilancio approvato con noi ha crediti di 481 milioni di euro e debiti per 533. È innegabile che abbia visto ridurre il contributo regionale, ma se la riduzione è consolidata, e dipende da fattori esterni, l’azienda deve trovare correttivi immediati. E la reazione dell’azienda deve essere sia dal lato della spesa sia sui ricavi, sul mercato che per fortuna è ricco: serve un nuovo assetto organizzativo, un piano industriale efficace perché sia coerente con la nuova realtà. Ad Atac e nelle altre municipalizzate».
«Occorre ridurre la massa critica del disallineamento tra le entrate e la spesa agendo soprattutto sul lato dei ricavi di provenienza industriale se si vuole contenere l’entità dei tagli dal lato della spesa. Ora stiamo parlando di Atac ma il discorso può estendersi a molte delle partecipate: bisogna puntare sulle entrate, farle crescere, lavorare come se l’azienda fosse una vera impresa».

Atac può recuperare l’evasione, ma le altre municipalizzate?
«Molte hanno a disposizione un mercato florido. Ama ha margini di produttività enormi, in tutto il mondo i rifiuti vengono trasformati in ricchezza, per noi sono solamente un costo, e alto, li portiamo lontano. Invece bisogna accelerare sulla raccolta differenziata, puntare al 100 per cento. Ma il discorso non si limita ad Ama e Atac».

No?
«Pensiamo al turismo, al comparto cultura: bisogna ricordare il patrimonio a disposizione? E allora le aziende si attrezzino per valorizzarlo: serve una maggiore disponibilità nell’offerta, turni di apertura più ampi e tutto ciò che può far aumentare le entrate. Roma deve modernizzarsi, andare incontro al mercato, le partecipate devono riorientare i propri servizi. Ecco, in tre anni serve una rivoluzione industriale».

Alcune chiuderanno?
«Non vedo problemi legati all’esistenza, vedo risultati negativi legati a problemi di gestione: se verranno corretti da piani industriali di livello…».

A proposito di risultati: lei ha lodato quelli di Acea…
«Rispetto allo scorso anno Acea ha avuto un più 80% di utili. In quanto ai manager non è argomento di mia competenza, ma alla società va dato atto dei risultati».

Si è fatta tanti amici con quest’intervista. A proposito, come va con Guido Improta?
«Bene».

di Alessandro Capponi

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