Il Consiglio comunale ha approvato la delibera che crea un indirizzo fittizio: via della Casa Comunale 3. Ciò consentirà a circa 500 profughi di usufruire almeno dei servizi essenziali. Il centrodestra si incatena in aula
Residenza virtuale per i profughi. Il primo esperimento in Italia è di Torino, dopo quasi un anno di discussioni, blitz dei rifugiati in anagrafe e incontri con il sindaco Piero Fassino. Ieri il consiglio comunale ha approvato la delibera che crea un nuovo indirizzo “fittizio”: via della Casa Comunale 3. Civico dove potrà prendere la residenza chi ha un permesso di soggiorno per motivi di protezione internazionale o umanitaria, così da accedere a servizi essenziali, come l’assistenza sanitaria.
I profughi, più di 500 quelli che si trovano a Torino, 400 dei quali occupano le palazzine dell’ex villaggio olimpico, potranno mandare i figli a scuola, iscriversi a corsi di formazione, firmare contratti di lavoro. Diritti negati senza certificato di residenza.
“Ora la vita per i migranti sarà un po’ più facile”
Il centrodestra si è incatenato in aula per protestare contro la delibera e contro le possibili “discriminazioni” tra rifugiati e italiani nelle graduatorie per le case popolari. Questione poi risolta grazie all’intervento di Fassino e all’approvazione di un emendamento che chiede alla Regione la parità di accesso.
E il centrodestra si incatena in aula/Foto
“La residenza virtuale
di DIEGO LONGHIN