Il caos della raccolta differenziata Ama denunciata per danno erariale

ottobre 27, 2013
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Discariche, nuove proteste a Bracciano e Albano. “Molti quartieri versano in stato di abbandono”. Il costo è di 719 milioni all’anno

“Danno erariale”. Legambiente Lazio denuncia l’Ama. L’esposto è pronto, domani sarà consegnato in procura. Ai magistrati il presidente Lorenzo Parlati chiede di verificare se nei confronti dell’azienda romana può prefigurarsi questo tipo di reato, constatato il fallimento della raccolta differenziata nella capitale. Contemporaneamente i vari comitati no discarica fanno fronte comune. Il presidio “No discarica Divino Amore” tende la mano ai residenti di Bracciano che nel loro invaso di Cupinoro non vogliono i rifiuti di Roma e scendono in corteo.
Tutto questo ad appena quattro settimane dalla chiusura di Malagrotta, con il pattume romano che prende la via del Nord a costi stellari, mentre la raccolta differenziata, chiave di volta del cambiamento, non riesce ad andare a regime.
“Il modello di raccolta stradale attuato da Ama e attivo da novembre 2012 in molte parti della città ha già messo in evidenza problemi legati alla scarsa qualità dei materiali raccolti, lo stato di degrado, abbandono ed incuria in cui versano interi quartieri. Nonostante ciò, Ama ha esteso lo stesso inadeguato modello ad altre zone della città. Considerato che Ama è un’azienda che opera per la gestione dei servizi pubblici locali come società partecipata interamente da capitale pubblico e che, dalla tariffa sui rifiuti raccoglie 719 milioni di euro all’anno, la scrivente associazione chiede che si proceda nei confronti di chi di ragione al fine di verificare se i fatti esposti integrino ipotesi di danno erariale”. Insieme all’esposto Legambiente consegnerà il monitoraggio effettuato per Repubblica in 27 punti del territorio comunale, da cui emerge la situazione disastrosa della raccolta rifiuti.
Intanto, si allarga il fronte dei no discarica. I cittadini che da agosto protestano contro la scelta di Falcognana per il post Malagrotta hanno partecipato ieri mattina al corteo dei residenti di Bracciano, doppiamente infuriati: per il via libera della Regione all’ampliamento di 450 metri cubi del loro sito a Cupinoro e per la decisione del commissario Sottile di conferire lì parte dei rifiuti di Roma.
Il sindaco Ignazio Marino torna a rassicurare: “Ci tengo a precisare che non c’è alcun rischio per Falcognana, dove la discarica, che già esiste da tempo, rimarrà, com’è stato finora, una modalità secondaria e marginale di smaltimento dei rifiuti”, ha detto alla conferenza nazionale ecologista di Sel alla Casa dell’Architettura. “Certo la chiusura di Malagrotta non basta  –  ha aggiunto Marino  –  la giunta sta lavorando per accrescere e rafforzare il sistema di raccolta differenziata: da luglio a ottobre è stata estesa a diversi municipi, interessando una popolazione di 430mila abitanti e si sta valutando come estenderla agli altri municipi”.
Ma i no discarica non mollano. “Oggi è il segnale che il risveglio è in atto. Il presidio con la sua partecipazione all’iniziativa dei comitati di Bracciano ha dimostrato e dato testimonianza a tutti che queste lotte si vincono attraverso la creazione di un fronte unitario. Un processo ormai irreversibile”, recita un comunicato del presidio No discarica Divino Amore, che annuncia una grande manifestazione unitaria per il 9 novembre a piazza Don Bosco. “Non vogliamo che Bracciano diventi un polo industriale dei rifiuti, né la pattumiera di Roma”, dichiara Fiorenza Rossetto, presidente dell’associazione “Salviamo Bracciano”. E sempre ieri, nel pomeriggio, protesta anche ad Albano, contro l’inceneneritore in costruzione.

di CECILIA GENTILE

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