The Spring Breakers: il vuoto flou del nuovo millennio di Claudia Garano

marzo 30, 2013
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All’interno di uno scenario trash-crepuscolare della Florida del nuovo millennio si consumano le avventure proibite di quattro teen-agers che partono per la vacanza primaverile “Spring Brekers”, dieci giorni in cui gli studenti americani si dedicano a sballo, sesso e trasgressione.

Per questa fiera di corpi abbronzati, droghe e alcool, tre delle quattro protagoniste sono pronte a compiere una rapina. Agiscono senza emozioni e rimorsi, come se fossero in un video-game, in una dimensione psicologica anestetizzata, in cui unica condizione è che il divertimento, l’eccitazione, l’adrenalina debbano arrivino senza sforzi e facilmente.

Il grigiore della vita da studentesse nella propria cittadina, con i destini già segnati e i colori stanchi, viene sostituito dai colori delle spiagge e dei tramonti, dai costumi, dalla musica alta, dai cocktail, dal kitsch abbagliante delle case dei gangster, dalle tinte fosforescenti delle uniformi sexy-trash che le protagoniste useranno nelle loro azioni criminose.

Le “Spring Breakers”, diventano ritratto di una generazione consumistica, alla ricerca spasmodica di sensazioni forti che aderisce senza riserva ad una cultura che ha massificato il sesso, il divertimento, e anche il crimine, che confonde i piani reali con quelli virtuali, che livella emozioni e rimuove responsabilità.

Una generazione senza speranza e aspirazione che consuma nell’attimo, non la vita reale, ma un’idea di vita, di comportamento e di azione, tradotta dai codici verbali e comportamentali dei video-clip, dei reality, dei video-game,in cui la vita dei protagonisti inizia e finisce nell’azione del momento, senza implicazioni e conseguenze.

Il film sembra quasi un romanzo di formazione al contrario, senza adulti, unici protagonisti i feticci grotteschi di una società dei consumi.Anche nel gangsta-rapper Alien, interpretato da J.Franco, dai modi melliflui e la dentatura dorata, non si intravede l’Al Pacino di Scarface, ma un criminale grottesco e ingenuo, un adulto mai cresciuto,  che dietro l’ostentazione di status un po’ cafoni, sente di incarnare il sogno americano contemporaneo.

I protagonisti, sullo sfondo di scenari iperrealistici e di colori saturi,diventano metafora di una società avida, annoiata, senza senso del limite,marcescente seppur nei colori della giovinezza. Epopea di ragazze che passano in bikini giornate sulla spiaggia, ma anche in carcere e durante le rapine, con lo stesso atteggiamento, in una dimensione fluida in cui tutto può diventare qualsiasi cosa, lì dove non c’è identità, appartenenza, ma una corsa cieca e accecante, in cui a parte l’eccitazione di un attimo, nulla fa veramente la differenza e dove le azioni intraprese non rendono più vivi, ma hanno una meccanicità che le avvicina all’autonoma.

Claudia Garano

 

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