Dopo via dei Giubbonari e tante altre Associazioni anche Celio Azzurro viene riconosciuto dalla Corte dei Conti di “utilità sociale e culturale”.
Insomma per la Corte dei Conti “la tesi del P.R. non convince”.
Non convice cioè l’idea che questi beni comunali fossero “utilizzabili e sfruttabili alla stregua di locali da affittare”.
La Corte a questo punto accetta la nostra convinzione di un “Valore Sociale” che va oltre lo sfruttamento solo finanziario degli spazi.
Insomma i Comuni svolgono una funzione sociale anche secondo il principio di sussidiarietà e allora la pretesa del Procuratore Regionale che tutto sia messo a redditto “non convince”.
Sarebbe ora che questa persecuzione nei confronti di dirigenti comunali che hanno svolto il loro lavoro cessi.
Sarebbe ora che il Campidoglio facesse sentire la sua voce e soprattutto difendesse i suoi dirigenti e regolamenti che non ha mai nè cambiato nè abrogato.
Sarebbe ora che la dignità dell’Amministrazione e della politica si ripigliasse i suoi spazi di decisione e di indirizzo.