Rilascio degli immobili dati in concessione per scopi sociali

aprile 20, 2016
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Roma 18.04.2016

Spett.le Roma Capitale
Al Commissario Straordinario di Roma Capitale
Prefetto On. dott. Francesco Paolo Tronca
P.zza del Campidoglio
00100 Roma
via pec protocollo.segretariato@pec.comune.roma.it

Spett.le Roma Capitale
Dipartimento Patrimonio Sviluppo eValorizzazione
Direzione Gestione Amministrativa
U.O. Concessioni – Locazioni
Servizio – Concessione Immobili a Fini Sociali
Responsabile del Procedimento: dott. Carlo Maria L’Occaso
P.zza Giovanni da Verrazzano n. 7
00154 Roma
protocollo.patrimonio@pec.comune.roma.it

E pc.

Alla Corte dei Conti
Procura Regionale presso la Sezione
Giurisdizionale per il Lazio
c.a. Procuratore Generale
dott. Angelo Raffaele De Dominicis
Via A. Baiamonti n. 25
00195 Roma
via pec lazio.procura@corteconticert.it

E pc.

Alla Corte dei Conti
Procura Regionale presso la Sezione
Giurisdizionale per il Lazio
c.a. Vice Procuratore Generale
dott. Guido Patti
Via A. Baiamonti n. 25
00195 Roma
via pec lazio.procura@corteconticert.it

Oggetto: inviti al rilascio bonario di immobili – rifiuto rinnovo concessioni amministrative – richiesta pagamento canone di mercato

Spett.le Ufficio,
in questi giorni abbiamo ricevuto moltissime segnalazioni in merito a note inviate da Codesto Ufficio ad associazioni ed enti che titolari di concessioni amministrative per le quali erano in attesa, in alcuni casi da vari anni, di determinazioni di Roma Capitale in ordine alla loro richiesta di rinnovo.
Nelle dette note, inviate per conoscenza anche alla Procura Regionale presso la Corte dei Conti, veniva espressamente dichiarato che essendo ” in corso un riordino gestionale del patrimonio capitolino per procedere all’assegnazione in osservanza delle prescrizioni della normativa vigente in materia” le cui modalità erano state “formalizzate nella Deliberazione G.C. n. 140 del 30.04.2015” non era possibile procedere al rinnovo della concessione.
In ragione di ciò veniva pertanto richiesto il rilascio bonario degli immobili nel termine di 10 giorni dal ricevimento della nota e richiesto, in ogni caso, un canone pari al 100% del valore di mercato anche per il periodo in cui le associazioni ed enti del privato sociale sono state in attesa che Codesto Ufficio assumesse le dovute valutazioni.
La suddetta modalità di agire è, a nostro giudizio, totalmente illegittima ed irragionevole e rischia di creare sia all’Amministrazione comunale ed alle associazioni ed enti e sia ai cittadini, notevoli ed ingiustificati danni.
Non è, ovviamente, nostro interesse valutare le singole specifiche posizioni ma contestare una modalità di procedere totalmente indiscriminata e svolta in assenza della benché minima istruttoria sulle attività dei singoli beneficiari delle concessioni. Tutto ciò in aperto contrasto sia con l’obbligo di buon andamento ed imparzialità dell’attività della pubblica amministrazione (art. 97 della cost.) che con gli obblighi nascenti dall’art. 118, IV comma della nostra carta costituzionale oltre che con il diritto ad una buona amministrazione sancito dall’art. 41 della Carta di Nizza.
Come è noto la Corte di giustizia della Comunità europea ha più volte ribadito l’obbligo dell’amministrazione di esaminare in modo completo, accurato e imparziale tutti gli elementi rilevanti delle fattispecie poste al suo esame compiendo in modo oggettivo un esame comparativo degli interessi da valutare e di tenere conto dei relativi risultati.
Le nozioni di imparzialità e buon andamento impongono, quindi, alle pubbliche amministrazioni di uniformarsi a quel principio di ragionevolezza, che impone l’adeguamento dell’azione amministrativa a canoni di razionalità operativa (oltre che al rispetto delle prescrizioni normative).
La decisione assunta da Codesto Ufficio, proprio nelle modalità con cui viene esposta nelle note in oggetto, appare presa esclusivamente in base alla esistenza di una deliberazione della G.C. nella quale la precedente giunta aveva espresso l’intenzione di procedere ad un riordino gestionale ed alla successiva predisposizione di bandi di evidenza pubblica per le assegnazioni.
A parte il fatto che la detta deliberazione di giunta non può in alcun modo derogare le precedenti deliberazioni del Consiglio Comunale (la 5625/1983; la 26/1995 e la 202/1996) e che al momento non una gara è stata indetta, la sua applicazione acritica, indiscriminata e, peraltro, difforme dal suo stesso dettame (totale mancanza delle istruttorie ivi indicate), operata con le note in oggetto, appare non tener affatto conto della completa paralisi dell’azione amministrativa che in questo modo si produce nonché dell’illegittimo danno prodotto sia a tutte le associazioni ed enti e sia, soprattutto, a quel principio di sussidiarietà che mediante le loro attività concretamente perseguivano e, conseguentemente, a tutta la popolazione romana per il cui benessere l’azione amministrativa dovrebbe operare.
Se anche, infatti, dovesse ritenersi legittima la decisione di procedere all’assegnazione di tutti gli spazi solo attraverso delle procedure di gara, cosa questa che comunque non permetterebbe di garantire la continuità di servizi ormai consolidati e di particolare rilevanza, ben avrebbe potuto Codesto Ufficio disporre delle proroghe in attesa dello svolgimento delle gare stesse, impedendo così il verificarsi dei danni che l’abbandono degli spazi e dei servizi inevitabilmente creerebbe (rischi di occupazione, di atti di vandalismo, spese per guardiania, interruzione dei servizi etc..) oltre al mancato incasso dei canoni nella misura in precedenza convenuta.
La detta decisione appare quindi totalmente illogica ed irragionevole oltre che assunta in mancanza di una vera e propria istruttoria e , a quanto sembrerebbe, solo al fine di compiacere un organo, la Procura Regionale presso la Corte dei Conti a cui le note vengono inviate per conoscenza.
La natura dell’Osservatorio, il cui unico scopo è quello di collaborare con l’Amministrazione nel perseguire il migliore utilizzo dei beni comuni, ci obbliga altresì a segnalare come l’irragionevole comportamento di Codesto Ufficio ed il mancato riconoscimento e promozione della rilevanza pubblica delle attività svolte dalle associazioni ed enti detentori degli immobili stia comportando, in ragione delle recenti decisioni del TAR Lazio, la preoccupante riqualificazione dei detti beni che vengono ritenuti non più parte del patrimonio indisponibile dell’Ente locale. Tali decisioni, a nostro giudizio conseguenza diretta del modo di agire di Codesto Ufficio, se anche al momento vedrà tutelata la posizione dei singoli beneficiari, non potrà, in futuro, che comportare, oltre ai rischi di acquisizione per usucapione, un ulteriore e rilevantissimo danno per la popolazione romana che si vedrà sottrarre dalla loro necessaria destinazione una consistente parte del “proprio” patrimonio immobiliare.
Alla luce di quanto sopra esposto non possiamo quindi che invitare Roma Capitale a rivedere le posizioni assunte ed istituire un tavolo con i beneficiari e con le organizzazioni del terzo settore onde definire una procedura concordata per i rinnovi e per le assegnazioni degli immobili che tenga conto delle attività e dei servizi in essi effettivamente svolti, nonché invitare sia Codesto Ufficio che la Procura Regionale presso la Corte dei Conti a voler rispondere alle seguenti domande:
1) Nel caso di riconsegna bonaria degli immobili da parte degli attuali detentori come e con quali risorse Codesta amministrazione intende dare continuità ai servizi da essi svolti a favore della collettività?
2) Nel caso di riconsegna bonaria degli immobili da parte degli attuali detentori come e con quali risorse assicurerà la guardiania, la custodia e la manutenzione degli immobili nelle more della pubblicazione e dello svolgimento delle gare di evidenza pubblica?
3) In quali tempi e termini sarà possibile addivenire ad una gara di evidenza pubblica per l’assegnazione degli immobili stante la mancata predisposizione ed approvazione del nuovo Regolamento per la gestione del patrimonio?
4) In che modo, nel caso si procedesse sia ai rinnovi che alle nuove assegnazione a seguito di gara pubblica, Codesta Amministrazione ritiene di poter tutelare e continuare a garantire i servizi e le attività svolte dagli attuali detentori a favore della collettività?
Con Ossequi
Per l’Osservatorio
Eugenio De Crescenzo

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