MAFIA CAPITALE: ECCO COME BUZZI ACCUSA ZINGARETTI E LEODORI

agosto 3, 2015
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Cinzia Marchegiani (da osservatorelaziale)

Intanto dalla Regione Lazio arriva la nota di smentita di Nicola Zingaretti.

Salvatore Buzzi ritorna in scena raccontando Mafia Capitale e i suoi segreti che i magistrati stanno verificando tramite gli interrogatori e una fitta ricostruzione di documenti, testimonianze, seguendo quel filo rosso tra gare di appalti e finanziamenti ai partiti.
Buzzi avrebbe già sostenuto cinque interrogatori in carcere, due a giugno e tre a fine luglio, per respingere l’accusa di mafiosità, difendersi dall’accusa di associazione di stampo mafioso, e raccontare ai magistrati una serie di particolari sulla corruzione ai politici della Capitale. Il principale inquisito nell’inchiesta “Mafia Capitale” rivela il diffuso sistema di corruzione della politica romana in cambio degli appalti: dalla Regione Lazio al Campidoglio, da destra a sinistra. Ma respinge l’accusa di associazione mafiosa.
Secondo la ricostruzione di un Tg, Buzzi fa tanti nomi, parla dei politici romani da lui definiti famelici, mentre per quanto riguarda il PD avrebbe dichiarato: “Mai pagato così tanto prima d’ora”.

E Buzzi ne ha anche per Zingaretti. “Il palazzo della provincia all’Eur, comprato da Zingaretti prima della costruzione…  secondo Odevaine presero soldi il capo di gabinetto Maurizio Venafro, il segretario generale Cavicchia e Peppe Cionci per Zingaretti”. Cionci è l’imprenditore che aveva raccolto soldi per le campagne elettorali di Zingaretti e di Ignazio Marino”. Sarebbe inoltre intervenuto anche nella gara per il calore (l’energia negli ospedali del Lazio), un appalto da un miliardo e duecento milioni oggetto di una spartizione millimetrica, 6 lotti alla maggioranza e uno all’opposizione col capo gruppo Pdl Gramazio, in Consiglio regionale che coordina. Idem per la gara del Cup da 100 milioni di euro . Buzzi parla del comune di Roma, gli assessori ed i funzionari, sono a suo dire famelici. Poi peosegue parlando di soldi, racconta di avere dato 22 mila euro all’ex capogruppo del Pd in consiglio comunale Francesco D’Ausilio, tramite il suo capo segreteria Nucera e per l’ex presidente comunale Coratti che esplicò: “Il Cda AMA è roba nostra, ci devi pagare!”.

Il Partito Democratico. Salvatore Buzzi: “Non ci crederà dottore, non l’avevamo mai pagato in quella maniera, finanziavamo le campagne elettorali, alle europee di Bettini, Gasbarra e per non sbagliare abbiamo finanziato entrambe”. Per ogni appalto verde, assistenza, gestione immigrati e pulizia delle strade dopo gli incidenti, Buzzi conferma di aver pagato commissioni dal 3 al 5 %.

Il presidente del Consiglio regionale del Lazio Daniele Leodori. Secondo il servizio di un Tg, Buzzi tira in ballo anche il Presidente del Consiglio della Regione Lazio, Daniele Leodori: “sapeva che l’assessore Patanè ci chiedeva soldi per la gara del multi materiale”. Lo stesso Daniele Leodori, che allo scoppio della bufera di Mafia Capitale, prima dice di non conoscere né Buzzi né Carminati, annunciando tramite il Corriere della Sera querela nei confronti degli stessi che fanno il suo nome, poi ritratta dopo l’inchiesta de l’Osservatore d’Italia che aveva messo in luce come lo stesso Presidente del Consiglio Leodori oltre ad emergere nelle intercettazioni con Buzzi, dove da del tu al ras, lo stesso non poteva non conoscere il boss dellea cooperativa che proprio nel comune di Zagarolo effettuava la gestione dei rifiuti con la “29 giugno” quando lo stesso Leodori era vice sindaco. Sempre secondo un Tg Buzzi ne ha per tutti: “L’ex amministratore delegato di Ama Franco Panzironi? Vorace, quasi un milione in tre anni, e vendicativo, ci fece togliere l’appalto sui cimiteri che avevamo già vinto: lui raccoglieva anche per la fondazione Nuova Italia di Alemanno”. Buzzi ne avrebbe anche per l’ex presidente del municipio di Ostia, Andrea Tassone: “Ci ha chiesto 26 mila euro per l’appalto delle potature e 6 mila per la spiaggia”.
Insomma, il ras delle cooperative ai magistrati racconta ogni particolare, ma Buzzi non ci sta all’accusa di associazione di stampo mafioso, lui afferma di non conoscere cosa sia la mafia, ma conosce molto bene cos’è “la corruzione”.

La smentita di Nicola Zingaretti. Intanto dalla Regione Lazio arriva la nota di smentita di Nicola Zingaretti. “Mi riservo querele per tutelare mia onorabilità. – Dichiara il governatore della Regione Lazio in una nota –  Ma avverto impraticabilità – prosegue la nota – per chi con onestà vuole cambiare la Regione. Da indiscrezioni di stampa contenute nel servizio di un tg emerge che il signor Salvatore Buzzi, in carcere dal 2 dicembre, avrebbe rilasciato dichiarazioni sui suoi atti corruttori diretti verso molte personalità politiche, nessuna della Regione Lazio. Sempre dallo stesso servizio e da alcuni articoli di stampa risulta che il signor Buzzi avrebbe dichiarato che il signor Luca Odevaine gli avrebbe riferito su atti corruttivi dietro l’acquisto del palazzo della Provincia di Roma e di notizie su accordi spartitori relativi alla gara multiservizi per gli ospedali del Lazio, tema questo già emerso nelle intercettazioni dell’inchiesta. Reputo queste affermazioni, se fatte, totalmente prive di ogni fondamento, a cominciare dalla notizia che “Zingaretti ha acquistato il palazzo prima che venisse costruito”. Affermazione, quest’ultima, palesemente falsa. Come tutti sanno, l’amministrazione da me guidata, che ha avuto inizio nel 2008, ha portato a conclusione un iter amministrativo iniziato nel 2005, quindi molti anni prima, condividendo la scelta di riunificare dentro un unico stabile le molte sedi distaccate della Provincia di Roma. Una scelta di risparmio per molti milioni di euro, sulla quale nel dicembre 2013 anche la Corte dei Conti decise di archiviare un’indagine sul tema. Veniamo alla gara multiservizi, che è ancora in corso: credo sia necessario precisare che si tratta di una gara molto importante per gli ospedali del Lazio che si pone come obiettivo quello di far risparmiare alla Regione centinaia di milioni di euro. La gara, voglio ribadirlo di nuovo, è ancora in corso.
Non esiste e non può esistere nessuno, come pure sembrerebbe essere stato dichiarato, che “chiede soldi per Zingaretti”. Per questo mi riservo di querelare, a tutela della mia dignità e onorabilità personale, chiunque affermi o abbia affermato il contrario.” La nota di Nicola Zingaretti conclude: “L’unica riflessione che già da ora mi sento di fare è l’affacciarsi concreto del rischio di impraticabilità di campo per chi sta provando con dedizione e onestà a cambiare le cose in questa Regione”.

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