Ai governanti della città.

febbraio 12, 2014
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Vorremmo introdurre questa lettera al modo solito: Caro Sindaco, Caro Assessore …. Purtroppo, però, sarebbe una forma falsa che non corrisponde con i nostri sentimenti e con quelli della maggior parte di chi s’impegna quotidianamente e a vario titolo, in questa città, nel campo dell’arte. Siamo quindi nell’impossibilità di rivolgerci a voi, che pure rappresentate le massime istituzioni cittadine, come persone a noi care che stanno ai patti, magari non scritti, i soli però che cementano lo stare insieme in maniera civile.

Questi patti antichi fra istituzioni e popolo dicono che i vostri sforzi dovrebbero coincidere con i nostri per dare rappresentanza alle energie cittadine migliori, conferendogli qualità e autorevolezza di fronte a tutti. Invece voi, proprio in momenti cruciali come l’attuale, così complicato proprio sul piano della rappresentazione di questa qualità e soprattutto nel momento in cui si decide il destino d’istituzioni culturali importantissime, proponete irresponsabilmente soluzioni e nomi che nulla hanno a che fare con la cultura artistica.

Le persone scelte per dirigere istituzioni di alto profilo culturale e artistico dovrebbero essere espressione diretta della cultura e dell’arte e non del cosiddetto management culturale. Noi desideriamo che quelle istituzioni siano dirette da chi abbia capacità, per esempio, di creare occasioni espositive inedite e non partecipare a partite di giro nate altrove. Persone che hanno trascorso la loro vita a dialogare con i loro simili nel mondo intero e non espressione di famiglie locali (peggio se potenti). Infine persone che conoscono direttamente, per esperienza fatta, le specificità del discorso artistico.

Sempre, in momenti difficili, la cultura è accorsa a salvare la città dall’incendio, basti pensare al ruolo avuto da artisti e intellettuali per la rinascita della città nel momento più buio che essa ha attraversato, quello del terrorismo e delle leggi speciali. Quello che percepiamo è che la situazione attuale della cultura a Roma sprofondi in una tenebra ancora più scura rispetto a quel tempo. Abbiamo l’impressione che tutti i ragionamenti che fate siano ancora più misteriosi e tetri di quanto non siano stati quelli durante il tempo delle trame eversive e che se vi ostinerete a non riconoscere e dare dignità alle forze attive della cultura contribuirete a fare ri-sprofondare la città in quelle medesime trame contribuendo al medesimo obbiettivo distruttivo: diffondere estraneità verso le istituzioni e senso di fallimento invece che speranza e desiderio di cambiare il mondo.”

Alfredo Pirri
Jannis Kounellis

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