Un film di Giacomo Campiotti. Con Filippo Scicchitano, Aurora Ruffino, Luca Argentero, Romolo Guerreri, Gaia Weiss.
Leo ( Scicchitano ) ha 17 anni ed è al terzo anno di liceo scientifico e si è innamorato di Beatrice ( Weiss), la bella ragazza dai capelli rossi del quarto anno. Spiritoso e guascone in classe , in particolare con il nuovo supplente di Lettere ( Argentero), Leo ha bisogno dell’aiuto dei sue due amici del cuore , Niko (Guerreri) e Silvia ( Ruffino) ,per trovare il coraggio di dichiararsi a Beatrice . Quando , quasi per caso, è riuscito a farsi dare un appuntamento a scuola, la ragazza scompare. Scoprendo che è gravemente malata di leucemia , Leo , consigliato dal supplente ( che ha intuito le profondità dello studente , dietro le sue bravate ) , va a trovarla e , distraendola e consolandola come può, le confessa il suo amore . Nel frattempo, falsificando la firma dei genitori ( Flavio Insinna e Cecilia Dazzi ), riesce a mettersi in lista quale donatore di midollo, sperando così di salvare Beatrice. Purtroppo non è compatibile e Beatrice muore . Questo primo , grande dolore aiuterà Leo a crescere e ad avvicinarsi a Silvia, da sempre innamorata di lui.
Poeta , sin dal suo esodio con “Corsa di primavera “ , del percorso di crescita di bambini e adolescenti (“Mai + come prima”) , Campiotti adatta benissimo l’omonimo romanzo di formazione di Alessandro d’Avena , usando – come lui sa fare – al meglio gli attori-ragazzini , in particolare Scicchitano ritrova la freschezza di “Scialla!” e fa dimenticare l’insulso “ Una giornata speciale” . Il film è un’incursione nel cinema della televisiva e cattolicissima Lux Vide ( “La Bibbia”, “ Don Matteo” ) e la scelta pare particolarmente felice : la storia si dipana con efficacia tra sorrisi e lacrime ( sullo sfondo , ma non incombente, il fantasma di “Love story” ) e le musiche dei Modà – così come qualche teneramente ironico accenno ad una , quasi naturale, religiosità – contrappunta efficacemente il film .