Pi (AyushTandon) , è un bambino figlio del proprietario (AdilHussain ) di uno zoo in India ; il suo nome intero è Piscine Molitor e gli viene da uno zio mitico campione di nuoto; allo zoo arriva una tigre del Bengala ed anche a lei è stato imposto ,per errore , il nome di chi la aveva catturata : si chiama Richard Parker . Una dura lezione del padre insegnerà a Pi che un animale selvaggio non può essere un compagno di giochi ma resta sempre un feroce predatore. Giunto ai 16 anni Pi (Sharma) si imbarca con la famiglia e parte dello zoo per l’America. Nel viaggio fa appena in tempo ad incontrare un cuoco orribile (Depardieu) e subito la nave si inabissa per una violenta tempesta . Finisce su di una scialuppa con una zebra , un orango femmina ed una iena ; quest’ultima uccide gli altri due animali ma viene , a sua volta, sbranata dalla tigre Richard Parker, saltata sulla barca da una tavola sulla quale si era salvata. Pi , anche grazie alla forza che gli viene da un miscuglio di fedi (cristiana , mussulmana ed induista ) che lo sorreggono, riesce a sopravvivere al lungo viaggio. Quando arriveranno , stremati, sulla terraferma , la tigre se ne andrà senza neanche voltarsi e ad uno scrittore occidentale (Spell) che vuole trarre un libro da questa vicenda, Pi adulto (Khan) offre una versione molto meno idilliaca della storia: starà a lui scegliere se narrare quest’ultima o , come dice Ford ne “L’uomo che uccise Liberty Valance”, “pubblicare la leggenda”.
Ang Lee è , giustamente , considerato un regista polimorfo , il suo cinema va dalla commedia (“Il banchetto di nozze”) al dramma storico (“Ragione e sentimento”), dal colossal fumettistico (“Hulk”) al dramma sociale (“I segreti di Brokeback Mountain” ) ma una cosa sembra unificare le opere del regista taiwanese , l’idea di duplicità : nella sue storie , in buona sostanza, le convenzioni sociali impongono la copertura di pulsioni e di istinti con conseguenze spesso tragiche ed anche qui Pi e la tigre stanno l’uno alla altra come David Banner sta ad Hulk . Questa è forse la ragione che ha consentito solo a lui ( avevano gettato la spugna Shyamalan e Cuaròn) di ridurre sullo schermo il complesso best seller di YannMartel.
Antonio Ferraro